Gender Pay Gap

Gender Pay Gap: una questione di giustizia e di uguaglianza

Gender Pay Gap: una questione di giustizia e di uguaglianza

Gender Pay Gap

Il Gender Pay Gap, ovvero la differenza salariale di genere, è una problematica ancora attuale e diffusa in molti paesi del mondo, Italia inclusa.

Si tratta della differenza tra i guadagni medi di uomini e donne in un determinato settore o paese. In tutto il mondo, le donne guadagnano mediamente meno degli uomini, nonostante svolgano spesso lo stesso lavoro o un lavoro di pari valore. Questo divario salariale ha conseguenze negative sulla vita delle donne e sulla società nel suo complesso. Secondo l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), nel 2021 il gender pay gap globale è stato del 16%, il che significa che le donne guadagnano in media l’84% di quanto guadagnano gli uomini. In Europa, il gender pay gap è in media del 14,1%. Facciamo due conti: se un uomo percepisce una RAL di 25000€, una donna con la stessa mansione percepisce una RAL di 21000€.

In Italia, la situazione è particolarmente critica, con un gender pay gap del 16,3% (ISTAT, 2021), che rappresenta una delle più alte disuguaglianze salariali di genere nell'Unione Europea.

Vediamo nel dettaglio alcuni mestieri e facciamo alcuni esempi: uno sviluppatore ed una sviluppatrice guadagnano lo stesso stipendio? Secondo i dati del rapporto "Women in Tech 2021" di Honeypot, in Europa le donne sviluppatrici guadagnano in media il 9,6% in meno degli uomini sviluppatori. In Italia, il Gender Pay Gap nel settore IT è del 20%. Questo significa che, in media, una donna sviluppatrice in Italia guadagna circa l'80% dello stipendio di un uomo sviluppatore con lo stesso ruolo. Bisogna sempre considerare che la discriminazione di genere è una delle possibili spiegazioni, perché in queste statistiche bisogna sempre tener conto di altri fattori che possono influire sullo stipendio, come l'esperienza, le competenze, il livello di istruzione e la posizione geografica.

Ma vediamo un altro ambito: un dottore ed una dottoressa, guadagnano lo stesso stipendio? In Italia, secondo i dati del rapporto "Il Lavoro delle Donne" pubblicato nel 2020 dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, lo stipendio medio annuo lordo di un medico è di circa 55.000 euro. Lo studio ha rilevato che le donne medico guadagnano in media il 17% in meno degli uomini, ovvero lo stipendio medio annuo lordo di una donna medico in Italia potrebbe essere di circa 45.600 euro. È importante sottolineare che questa differenza di stipendio non è limitata solo al settore medico o a quello informatico, ma è presente in molti altri settori lavorativi. Ciò evidenzia la necessità di lavorare per garantire l'uguaglianza di genere e combattere la discriminazione sul posto di lavoro, affinché uomini e donne che svolgono lo stesso lavoro, con le stesse competenze e l'esperienza, siano pagati allo stesso modo.

LE CAUSE

Le cause del gender pay gap sono molteplici e complesse. Tra le principali vi sono le discriminazioni di genere, la segregazione occupazionale, le differenze nelle opportunità di formazione e di carriera e la scarsa valorizzazione del lavoro di cura e assistenza, tradizionalmente svolto soprattutto dalle donne.

Ma come si manifesta la discriminazione salariale? Soltanto con una differenza di stipendio?
La discriminazione salariale di genere può manifestarsi in modi diversi. Le donne, infatti, oltre ad avere uno stipendio minore, possono essere discriminate nelle opportunità di carriera e nelle decisioni di promozione. In alcuni casi, la discriminazione può essere sottile e difficile da rilevare, poiché spesso avviene in modo sottointeso e non dichiarato. Quante volte abbiamo percepito una penalizzazione della donna per lo stile di leadership o per il modo di comunicare? È chiaro che spesso, la discriminazione di genere sul posto di lavoro viene influenzata da stereotipi di genere. Ad esempio, le donne possono essere considerate meno capaci di assumere ruoli di leadership, o meno idonee a lavorare in settori tecnici o scientifici. Questi stereotipi influiscono in maniera determinante sulle decisioni di assunzione e di promozione, e quindi limitano le opportunità di crescita delle donne sul posto di lavoro.

Un’altra motivazione potrebbe essere ricondotta alla segregazione professionale, ovvero al fatto che le donne sono sovra rappresentate in settori a basso salario, come l'assistenza sanitaria e l'istruzione, mentre gli uomini sono sovra rappresentati in settori ad alto salario, come la tecnologia e l'ingegneria.

La maternità rappresenta anche un fattore significativo nella spiegazione del gender pay gap, in quanto molte donne fanno una pausa nella loro carriera per prendersi cura dei figli. Anche se questa scelta è spesso motivata da ragioni legittime e personali, può avere effetti negativi sul loro guadagno a lungo termine.

Le conseguenze del gender pay gap sono molteplici e impattano sia a livello individuale che collettivo. Le donne che guadagnano meno degli uomini hanno minori possibilità di indipendenza economica, di accesso al credito e alla proprietà immobiliare, di contribuire al sistema previdenziale e di garantire una buona qualità di vita a sé stesse e alle proprie famiglie.

Il gender pay gap, quindi, non è solo un problema di giustizia e di uguaglianza, ma anche di efficienza economica. La discriminazione salariale di genere può comportare una perdita di talento e di capacità delle donne, riduce la produttività, ma soprattutto limita il potenziale di crescita economica del paese. Quindi, se pensiamo che sia solo un problema “delle donne”, ci sbagliamo di grosso, perché ha effetti sull’economia nazionale.

In conclusione, il gender pay gap rappresenta una grande sfida per la società. Per ridurre il divario salariale, è necessario affrontare le cause strutturali del problema ed è importante promuovere politiche pubbliche che sostengano la parità di genere, come l'accesso all'istruzione e alla formazione, la condivisione delle responsabilità familiari e la promozione dell'equilibrio tra vita professionale e privata.
Solo attraverso un impegno comune a livello individuale e sociale, è possibile raggiungere una società più equa ed inclusiva.

 

 

 

 

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